sono le armi usate durante la bonifica e la sanificazione obbligatoria in ambienti dove è stata appurata la presenza di persone positive al
, come abitazioni, uffici, negozi o fabbriche.
Dal 2001 la
FDA
(Food and Drug Administration), organismo dello United States Department of Health and Human Services, ha classificato l’ozono come
GRAS
(Generally Recognized As Safe), vale a dire sicuro per la salute umana, e ne ha liberalizzato l’impiego come agente antimicrobico nei processi produttivi degli alimenti.
L’ozono
è caratterizzato da una elevata reattività, da un elevato potere ossidante e dal fatto di essere instabile a temperatura ambiente.
Proprio per la sua considerevole capacità ossidante, è in grado, danneggiando membrane e pareti cellulari, di ripulire aria e acqua da muffe, lieviti, batteri, spore e virus.
Per quanto riguarda i virus, nello specifico, parliamo di inattivazione.
Questo significa che l’azione dell’ozono consisterebbe in un’ossidazione e conseguente inattivazione, dei recettori virali specifici utilizzati per la creazione del legame con la parete della cellula da invadere. In questo modo viene bloccato il meccanismo di riproduzione virale a livello della sua prima fase: l’invasione cellulare.
Il virus non viene distrutto, ma reso inerme.
La caratteristica predominante dell’ozono è che in condizioni atmosferiche standard è in fase gassosa, cosa che già ne favorisce l’utilizzo in numerose applicazioni in campo igenico-alimentare.
A differenza dei disinfettanti classici, (ad esempio il cloro) che rilasciano residui inquinanti, l’ozono si decompone ad ossigeno e ciò potrebbe rappresentare un vantaggio sia per l’ambiente che per la salute evitando gli effetti collaterali.
L’ozono risulta un potente antivirale: la sua percentuale di inattivazione dei virus è del 99,99%
se si effettua una sanificazione di pochi minuti con un tasso residuo di gas di 0,3ppm
(particelle per milione); cosa che garantisce tra l’altro la depurazione e la sterilizzazione assoluta da tutti gli inquinanti presenti nell’aria, negli impianti di condizionamento e nei relativi canali di areazione.
Questo vale per tutti i virus, indistintamente, anche se non vale ancora in maniera ufficiale e specifica per il ‘nostro’ SARS-COV-2
sul quale – essendo nuovo nuovo – non sono ancora stati compiuti studi specifici come giustamente sottolinea la International Ozone Association.
Dunque analisi delle opzioni ma massima prudenza come al solito: siamo in presenza di una realtà profondamente nuova.